River Wild paga le conseguenze di un budget non particolarmente elevato e di una sceneggiatura con più di un passaggio a vuoto, ma si sostiene grazie alle interpretazioni dei suoi protagonisti.
Al centro della trama c’è Joey (Leighton Meester), una giovane che accetta di aiutare il fratello Gray (Taran Killam) in occasione di una delle escursioni lungo le rapide che organizza. La reunion di famiglia viene però segnata dalla scelta di coinvolgere Trevor (Adam Brody), un amico di infanzia dal passato complicato. L’avventura insieme a due turiste grandi amiche prende così ben presto una svolta drammatica e si trasforma in una lotta per sopravvivere.
Il regista Ben Ketai, autore anche della sceneggiatura insieme a Mike Le, compie un buon lavoro nelle sequenze d’azione e nei momenti in cui cresce la tensione, tuttavia il susseguirsi degli eventi è fin troppo rapido e in più momenti irrazionale. Le scelte compiute da Trevor, infatti, sono fin da subito esagerate e la reazione di Gray nei momenti chiave non è del tutto spiegabile, nemmeno con un legame di amicizia profondo che risale all’infanzia.
Le due giovani amiche coinvolte nel racconto risultano essere una presenza totalmente superflua e solo un espediente per far compiere dei passi in avanti al racconto, e il peso della narrazione ricade quindi totalmente sulle spalle dei tre protagonisti.
Se Taram Killam appare fin troppo monocorde nella sua interpretazione e Adam Brody offre poche sfumature al suo personaggio, anche a causa di uno script che non permette di motivare il suo repentino cambiamento senza passaggi a vuoto, è invece Leighton Meester a convincere con la sua performance all’insegna della resilienza e della capacità di trovare la forza di lottare. La protagonista Joey è l’unica ad avere un’evoluzione convincente e, a tratti, emozionante. L’ex star di Gossip Girl sostiene bene le scene d’azione e i momenti più drammatici, aiutando anche il repentino epilogo a non sembrare campato in aria.
River Wild, pur non reggendo il confronto con il film con Meryl Streep a cui si ispira, è un thriller senza troppe pretese, una visione scorrevole che non entusiasma, ma nemmeno delude totalmente, rimanendo a galla con un po’ di fatica.