La docuserie in sei episodi The Age of Influence porta sugli schermi dei racconti che fanno emergere il lato negativo dei social media, proponendo storie di inganni, lotte legali e crimini, il tutto nascosto dietro una dimensione all’insegna di una realtà abilmente costruita in base alle proprie esigenze.
Nelle puntate spazio quindi a chi usa la propria notorietà per ingannare e vivere una vita all’insegna di lusso e agi alle spalle degli altri, alle truffe economiche mascherate da atti altruistici, a una lotta tra influencer scatenata da consigli di dieta, alla promozione di steroidi, e al drammatico racconto degli abusi subiti da un gruppo di bambini per mano della madre affidataria.
Il progetto diretto da Tara Malone, nonostante in alcuni casi non si approfondiscano in modo adeguato gli eventi da tutti i punti di vista, offre un approccio interessante alle conseguenze più oscure dell’uso dei social media.
La costruzione sistematica di una realtà inesistente con il preciso scopo di raggiungere i propri obiettivi sfruttando l’ingenuità e la buona fede del prossimo o per proporre un’immagine di sé per ottenere l’ammirazione e l’attenzione dei follower è, in molti casi, totalmente innocua e ha un impatto limitato sulla psiche e sulla vita delle persone, tuttavia i casi in cui la situazione è sfuggita di mano e ha assunto dei contorni inquietanti e drammatici non sono pochi.
Chi non riesce ancora a capire il motivo per cui si debba dare attenzione e sostenere individui che chiaramente, e in modo voluto, vogliono “influenzare” le preferenze e le azioni degli altri troverà nella visione una conferma dei propri sospetti. Gli spettatori che invece trascorrono il proprio tempo nel guardare e cliccare like a contenuti costruiti a tavolino potrebbero invece trarre qualche lezione utile durante la visione, considerando le caratteristiche diverse di ogni racconto.
Nonostante il tema al centro di The Age of Influence sia troppo complesso da essere ridotto e analizzato in un numero limitato di puntate, la docuserie è ben realizzata e segue in modo chiaro e scorrevole le storie proposte, anche la più drammatica in cui si portano sugli schermi gli abusi subiti da bambini innocenti, tra interviste, ricostruzioni e materiali d’archivio, portando a un risultato che mantiene alta l’attenzione fino all’ultima puntata.