Lewis Capaldi: How I’m Feeling Now avrebbe tutto il potenziale necessario a essere una docuserie davvero significativa ed emozionante. L’occasione non sfruttata non toglie comunque valore al documentario diretto da Joe Perlman, recentemente dietro la macchina da presa della reunion del ventesimo anniversario di Harry Potter.
Il progetto che ha debuttato il 5 aprile su Netflix è infatti un ritratto sincero del cantautore scozzese che ha saputo conquistare tutto il mondo con le sue canzoni e la sua personalità irrestistibile, non esitando nemmeno a mostrarne i momenti di debolezza e i problemi di salute.
How I’m Feeling Now segue Lewis mentre lavora al suo secondo album e affronta i mesi in cui la pandemia ha bloccato ogni tour musicale ed eventi dal vivo.
Dallo sconforto legato a un’evidente sindrome dell’impostore alle conseguenze della sindrome di Tourette, che scopre di avere solo in un secondo momento, sullo schermo si assiste alla nascita dei nuovi brani, si ripercorre il percorso compiuto da quando ha iniziato ad avvicinarsi alla musica ancora bambino al successo globale, offrendo inoltre uno sguardo personale alla sua famiglia e agli amici che lo circondano.
In poco più di un’ora e mezza, il documentario sottolinea tutta l’ironia che contraddistingue Capaldi, che i follower dei suoi social media conoscono bene, e regala uno sguardo onesto a quello che accade dopo aver raggiunto i vertici delle classifiche. Molto spesso si rischia infatti di sottovalutare la pressione psicologica che un artista, specialmente in un’epoca così connessa e competitiva, affronta dopo aver ottenuto una fama forse sperata, ma non priva di lati negativi, e di un senso di solitudine che si fa strada anche nei momenti di maggior successo. Ed è proprio nei momenti in cui Lewis deve fare i conti con la propria insicurezza e l’ansia che ci si rende conto di quante volte il mondo dello spettacolo venga ritratto solo attraverso i suoi aspetti più luminosi o, al contrario, estremo, sorvolando sugli aspetti più umani del lavoro di un artista. L’ansia e i dubbi di Lewis fanno emergere il lato meno glamour dei tour mondiali e dei festeggiamenti per aver conquistato di nuovo la prima posizione in classifica, spingendo ad augurarsi che i propri artisti preferiti riescano a ritagliarsi il proprio spazio nel settore e a mantenersi economicamente con il frutto del proprio talento, ma senza dover fare i conti con le aspettative dei manager, di troppi fan e dei mezzi di comunicazione.
Il documentario con protagonista Lewis Capaldi è comunque una ventata di freschezza con la sua capacità di trovare un equilibrio tra la rappresentazione dell’industria discografica e il racconto personale. Le interviste ai genitori del cantante contribuiscono in modo significativo a dare profondità al ritratto proposto sugli schermi, offrendo una prospettiva maggiormente personale e ricca di sfumature alle situazioni in cui si trova il figlio.
All’appello manca forse uno spazio maggiore dato a chi collabora con Capaldi, dagli amici che sono stati coinvolti nella sua carriera musicale agli autori che hanno contribuito alla produzione dei nuovi brani, e sarebbe stato interessante scoprire qualche retroscena su come è stato “scoperto” e sul rapporto con figure come il suo manager, tuttavia la visione di How I’m Feeling Now scorre in modo piacevole, emozionante e in più momenti davvero divertente, come i momenti in cui Lewis immagina già il montaggio finale del progetto, facendo conoscere in modo più approfondito e lontano degli stereotipi uno dei cantautori più talentuosi emersi negli ultimi anni.