Summertime, dopo la presentazione al Sundance, è stato selezionato dal GuadaLAjara Film Festival 2020 permettendo agli spettatori di vedere un’opera davvero interessante per la sua capacità di mostrare un lato di Los Angeles meno patinato e più vicino alla vita quotidiana, pur addentrandosi in un’atmosfera artistica.
Il film di Carlos López Estrada unisce infatti poesia, musica e recitazione per delineare un ritratto originale e stimolante di un gruppo di ventenni alle prese con amori, tradimenti, sogni di gloria, ricerca di identità, razzismo e una società complessa e spesso spietata.
Un team di autori davvero numeroso, circa 30 persone coinvolte, hanno permesso di dare il giusto peso alla diversità che contraddistigue la città della California e valorizzare alcuni talenti emergenti con monologhi, performance canore e momenti collettivi che emozionano.
La giornata portata sugli schermi è composta da tanti tasselli diversi che spaziano da “scontri” al ristorante a confronti in autobus con un giovane omofobo, dalla resa di conti tra potenziali amanti a tentativi di capire l’utilità del proprio percorso di studi o professionale.
I protagonisti – interpretati da Tyris Winter, Bene’t Benton, Mila Cuda, Gordon Ip, Marquehsa Babers, Bryce Bank e Austin Antoine – riescono a sfruttare bene l’espediente delle performance artistiche per dare voce all’interiorità dei personaggi e l’approccio quasi teatrale viene gestito con bravura dal regista che segue l’emotività e la passione del suo cast con inquadrature dinamiche e ben calibrate sui contenuti proposti.
Summertime, nonostante l’approccio atipico dal punto di vista cinematografico, regala uno sguardo sulla società contemporanea e sulla vita di giovani pieni di passioni, speranze e incertezze, riassumendo in modo efficace e tagliente le contraddizioni di un periodo della vita tra i più stimolanti e intensi, sullo sfondo di una città ricca di fascino, soprattutto se illuminata di notte dalle luci di spettacolari fuochi d’artificio.