Jake Mahaffy, dopo aver attirato l’attenzione con Free in Deed, presentato alla Mostra del cinema di Venezia, è tornato dietro la macchina da presa di un lungometraggio con Reunion, presentato al festival Nightstream, e si conferma come in grado di creare atmosfere molto suggestive.
Le protagoniste sono una madre e una figlia, Ivy (Julia Ormond) ed Ellie (Emma Draper), che si ritrovano di nuovo insieme dopo molti anni per occuparsi della casa di famiglia prima di venderla. La giovane fa i conti con dei ricordi del passato traumatici legati a quanto accaduto alla sorella Cara (Ava Keane), cercando di trovare una propria pace interiore.
I “fantasmi” che vivono nella casa, ovviamente piena di ombre e isolata, hanno delle conseguenze sulla mente della giovane Ellie ed Emma Draper è molto brava nel gestire gli alti e i bassi della sua situazione emotiva, mantenendo comunque una performance misurata e non sopra le righe. La grande esperienza di Julia Ormond viene inoltre valorizzata dal regista che le ha affidato il ruolo di una madre che smebra voler controllare ogni aspetto della sua vita e quella della figlia. Nonostante in più passaggi la sceneggiatura appaia debole e un po’ nebulosa (come nel caso delle ricerche compiute dalla giovane protagonista), con molti passaggi a vuoto nel racconto, l’insieme della narrazione è ben costruito sul confronto tra le due donne.
Mahaffy compie però l’errore di voler spiegare troppo e privare, negli ultimi minuti, la storia di quell’alone di mistero che aveva sostenuto molto bene il progetto nella prima metà del film, lasciando gli spettatori con una sensazione di insoddisfazione legata al modo in cui l’intera struttura implode su se stessa nell’ultimo atto del racconto.
La fotografia firmata da Adam Luxton (On An Unknown Beach) e la colonna sonora, a tratti quasi ipnotica di Tim Oxton, contribuiscono a rendere Reunion un interessante approccio alle conseguenze dei sensi di colpa e dell’elaborazione del lutto, provando a mostrare se, e in che modo, è possibile trovare il coraggio di perdonare se stessi e iniziare un capitolo inedito della propria vita.