Suzanne Lindon è regista, sceneggiatrice e interprete di Spring Blossom, film che aveva scritto quando aveva solo 15 anni e che e offre un interessante approccio alla storia di un incontro tra due persone di età ed esperienze diverse che, a vicenda, si aiutano a crescere e maturare.
La storia segue infatti una sedicenne, Suzanne, che è annoiata dalla vita, dalla scuola e dai suoi rapporti con la famiglia e gli amici. Tutto cambia quando incontra un attore, trentacinquenne, chiamato Raphael (Arnaud Valois), che sta preparandosi per uno spettacolo in cui interpreta un personaggio che nell’antica Grecia si innamora di un ragazzino. I due protagonisti scoprono, a sorpresa, di essere in grado di dare vita a un legame stimolante, nonostante la differenza di età. Suzanne si ritrova così sospesa tra l’età adulta e l’adolescenza, dovendo cercare di capire ciò che vuole veramente.
Lindon, essendo inoltre autrice dello script, sa sicuramente delineare una protagonista ricca di sfumature di cui è facile capire le motivazoni e le emozioni. La teenager al centro della trama incarna bene le paure, i desideri e i dubbi che una ragazza può affrontare negli anni che la conducono all’età adulta. La regista fa evolvere in modo convincente la relazione con Raphael, evitando con bravura molti stereotipi e possibili svolte già mostrate in altri lungometraggi.
La breve durata del film, tuttavia, affretta situazioni e smorza molte emozioni, rendendo più complicato rispetto al previsto provare empatia nei confronti di Suzanne. Le sequenze maggiormente “sognanti” e quasi in stile fiabesco, con movimenti coreografati e surreali, in alcuni momenti appaiono poi inseriti senza molta cura in un contesto prevalentemente realistico, tuttavia il risultato finale è un’opera piacevole e stimolante dal punto di vista intellettuale, obbligando lo spettatore a riflettere su ciò che rende la quotidianità entusiasmante e in grado di spingere a vivere la propria esistenza al massimo.